CHIESA DI SAN MICHELE

di Canali Margherita e Esposito Francesca

La Chiesa di San Michele è la seconda più antica dopo il Duomo della città (basilica di San Giovanni) e proprio come questo, è strettamente legata alla storia monzese e anche alle cerimonie di incoronazione svolte con la corona ferrea, nota per il chiodo contenuto al suo interno che, secondo la tradizione, fu usato dai Romani per la crocifissione di Gesù. Nonostante si ricordi maggiormente l’auto-incoronazione di Napoleone, che mentre si posizionava la corona sul capo pronunciò la frase: “ Dio me l’ha data e guai a chi me la toglie”, la cerimonia più importante svoltasi nella chiesa fu quella dell’imperatore Corrado III che, nel 1128 fu incoronato re d’Italia dall’arcivescovo di Milano Anselmo V Pusterla.

Edificata in epoca longobarda, intorno al 628, poco dopo la morte della celeberrima regina Teodolinda (una delle figure più importanti della storia monzese), fu dedicata all’arcangelo Michele, tradizionalmente rappresentato come un guerriero e più specificamente come il capo supremo dell’esercito celeste che combatte il male terreno. Tuttavia, contraddittoriamente, all’interno della chiesa è rappresentato non con la tradizionale spada, ma con in mano uno scettro terminante con un giglio, tipico simbolo di innocenza e castità. San Michele era uno dei due conventi della zona insieme a quello di Santa Marta, oggi non più esistente. Dopo che nel XX sec. fu demolito dal governo socialista per dare inizio alla costruzione della via Francesco Crispi al posto dell’antica piazzetta Carducci, in memoria della Chiesa, il 29 settembre del 2004 (San Michele), nella posizione in cui anticamente sorgeva, fu eretta una statua in bronzo in onore del santo a cui è dedicata, che riprende l’affresco che si trovava nell’edificio. Lo scultore Benedetto Pietrogrande rappresenta San Michele con i suoi 3,8 metri di altezza, nell’atto di calpestare il drago ispirandosi al dodicesimo capitolo dell’Apocalisse di Giovanni. La statua, realizzata interamente in bronzo, è rialzata lievemente dal terreno con un piccolo basamento per dare un’idea di fluttuazione e analogamente al dipinto, l’arcangelo tiene in mano un giglio. Si colloca nell’odierna piazza San Paolo, nel pieno centro di Monza.

Tra i molti meriti di Teodolinda si ricorda soprattutto la conversione del popolo longobardo al cristianesimo, avvenuta proprio sotto il suo regno. In particolare i Longobardi ebbero una particolare devozione per il culto di San Michele (“culto micaelico”) probabilmente nato da un sincronismo con la divinità germanica-scandinava Odino, rappresentante della vittoria, della guerra, della profezia e dal tipo di società bellica che caratterizzava i Longobardi. San Michele pertanto fu una delle figure più venerate, insieme a Giovanni Battista e san Giorgio, tanto che il ducato di Benevento istituì una sua monetazione figurante l’arcangelo. Inoltre in Lombardia, e non solo, è possibile trovare numerose chiese dedicate sempre al Santo, quali: la basilica di Pavia, capitale del regno, la “Sacra di San Michele” in val di Susa, e in Toscana, a Lucca, “San Michele in Foro” situata nell’omonima piazza. Più importante fra tutte, la basilica minore di San Michele si colloca nel paesino pugliese di Monte Sant’Angelo (BA), dove, secondo la leggenda, nel 490 d.C. apparve l’arcangelo: per questo motivo il paese foggiano, oltre ad essere uno dei più importanti centri di culto dedicati a San Michele, rappresenta anche una meta di pellegrinaggio.

Agli inizi del 1300 l’interno della chiesa che al tempo era gestita dagli Umiliati, un ordine proveniente dal Piemonte, venne arricchita con vari affreschi, tra cui la “Messa di San Michele”. Il grande affresco, oggi conservato nel museo del duomo di Monza, copriva una parete laterale per intero (172x561 cm). Questo rappresenta una Messa nella quale si possono vedere venti figure a grandezza naturale tra cui vari santi, il Redentore e la Vergine Maria. San Michele, come ormai accennato più volte, si differenzia dagli altri per lo scettro gigliato che tiene in mano. Sono inoltre presenti il re Agilulfo con la moglie Teodolinda, figura messa in rilievo dalla Vergine in persona che la indica e dall’aureola che la accompagna, pur non essendo santa, ma in armonia con la tradizione monzese. La celebrazione qui rappresentata viene descritta dal Campini, critico d’arte e storico, il quale afferma che sul leggio dipinto, era presente il Vangelo di Giovanni recitato da un sacerdote e un diacono, qui raffigurati con abiti tipici del cerimoniale monzese e con i capi circondati da aureole come quelle che solitamente contraddistinguono i santi. I due sono inoltre aiutati da due angeli e per questo sono officianti di una messa celeste. Nel dipinto sono visibili due diaconi di cui uno con gli occhi rivolti verso l’apparizione. Vicino al Cristo si trova Giovanni Battista seguito da patriarchi e profeti e da vari santi identificabili dalle varie aureole. Alla destra del Cristo invece vi è San Pietro, distinguibile per gli abiti pontificali, e gli altri apostoli tra cui Giovanni che indica con il dito il Vangelo sul leggio, essendo stato questo scritto da lui. Il dipinto è di chiara derivazione giottesca.   

La Dormitio Virginis, il frammento della sola vergine addormentata, oggi conservato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, era parte di un affresco ben più ampio rappresentante il transito della vergine e il suo funerale “accompagnato dalli appostoli”. La “Dormitio virginis” è diventato un topos della pittura. Con questo termine si intendono tutti i dipinti che vedono rappresentato il trapasso della Vergine Maria. Il termine usato tuttavia è dormitio perché secondo una dottrina sostenuta da molti, Maria sarebbe in realtà caduta in un sonno profondo per essere poi assunta in cielo. Si viene quindi a pensare che la Purissima non sia realmente morta. Secondo la tradizione la dormizione sarebbe avvenuta nella cittadina di Gerusalemme; qui, come per Gesù, gli apostoli avevano lasciato Maria in un sepolcro che era poi stato ritrovato vuoto. Il sonno della Vergine Maria è anche oggetto di devozioni e vi sono luoghi come ad esempio Modica, dove si celebrano processioni in onore della Vergine dormiente. Questa scena si ritrova molto nell’arte bizantina che rappresenta Maria stretta fra le braccia di Cristo come fosse una bambina in fasce. Anche Giotto, celeberrimo pittore del XIV sec., ha rappresentato questo soggetto in un’opera tempera e olio su tavola (1312-1314), oggi conservata nel museo di Gemaldegalerie a Berlino.

[Canali Margherita, Esposito Virginia]



ENGLISH VERSION

The church of St. Michael is the second most ancient church in Monza, just after the cathedral of the city (St. John’s). It is known for the many coronations that took place here, such as Conrad III’s, who was crowned in 1128 by the archibishop of Milan Anselm V with the iron crown—inside of which it is believed there is one of the nails used to crucifize Jesus—that was also used during the ceremony of Napoleon. 

It was built around 628 A.D.  and dedicated to the archangel Michael, who is traditionally thought to be the leader of God’s army. However, in the fresco that was located inside the church, he was not represented with a sword as he appears in the traditional iconography, but with a scepter with a lily on the top, symbol of innocence and purity.   In the 20th century the church was demolished and replaced with Francesco Crispi street, and in memorial of the building, on the 29th of September 2004, the sculptor Benedetto Pietrogrande made a bronze statue, 3.8 meters high, that represented the saint standing on the dragon described in the 12th chapter of the Book of Revelation.  Slightly suspended in the air, the angel looks like he is flutuating. The statue is in St. Paul’s square, in the center of Monza.

When the Longobards, a war-based society, became Christians (thanks to Queen Theodolinda) they started worshipping St. George, St John the Baptist and in particular St. Michael, since he himself was considered to be a warrior. This is why many churches addressed to the saint can be found in Italy, such as: the basilica of Pavia, the ancient capital city of the Longobards, the Sacra of San Michele, located in Val di Susa and San Michele in Foro,  situated in Lucca. However the most important and famous place of worship is located in Monte Sant’Angelo (BA) where believers think St. Michael appeared in 490 A.D.. Also, the archangel was so important that the duchy of Benevento established a currency with an image of the saint on the coins.

During the 14th century, many frescos were painted inside of the church. One of them, “the mass of St. Michael” (172X561 cm), which is now located in the museum of the Duomo in Monza, represents many saints (including St. Peter),the apostles , Jesus Christ, the Virgin Mary, St Michael, Thedolinda (who has a halo, even though she was not a saint) and her husband, king Agilulf, participating to the mass. Giuseppe Maurizio Campini, an art critic and historian, claims that this is a heavenly mass, since two angels can also be seen helping the priests. Another fresco that was in the church, today conserved in Santa Maria degli Angeli, is the Dormitio Virginis. The Dormitio Virginis is the name given to every painting or fresco that represents the death of the Virgin Mary, however, according to many, Mary is just sleeping, waiting to be taken up to heaven. She died in Jerusalem, and her burial place was then found empty. Many artists painted this scene, even Giotto, (XIV century) made a tempera painting  (131-1314), located in Gemaldegalerie museum, Berlin.

BIBLIOGRAFIA